E’ da vario tempo che mi interessa la dimensione di quel rapporto “intimo” che si crea tra noi e la casa, luogo in cui abitiamo e nel quale ci sentiamo protetti.
La casa è per noi, non solo l’insieme degli spazi o delle stanze deputate ad accogliere le funzioni fondamentali del dormire, del mangiare e del rilassarsi, ma assume la caratteristica principale di rappresentarci, di essere un pò il prolungamento dei nostri desideri, delle nostre aspirazioni e sogni e quindi della nostra “anima”.



Oggi più che mai, in una società completamente distratta e presa dal vortice della frenesia del lavoro e delle continue e pressanti richieste che ci assorbono completamente nella vita di tutti i giorni, è importante ricreare all’interno della propria abitazione uno spazio “sacro” dove potersi riconnettere con la parte più vera e autentica di noi stessi, dove poter meditare, allenare la nostra mente e il nostro spirito a staccare la spina e lasciare che il vuoto e il silenzio cullino le nostre ansie e ferite.
In questo la natura ci viene in aiuto, se si ha la possibilità di vivere in un luogo immerso nel verde questo è già uno tra gli ambienti più ispiranti per l’uomo. Essere immersi nel verde tra alberi e piante e poter osservare un cileo stellato lontano dal caos delle città, è una grande opportunità da ricreare nelle nostre vite, ma se non si ha sempre la possibilità di passare del tempo in natura, allora può esserci di aiuto ricrerare un ambiente o un piccolo angolo all’interno delle nostre dimore dove, con piccoli accorgimeti, possiamo ottenere spazi confortevoli da dedicare alla nostra cura interiore.

Nelle antiche civiltà romane ad esempio, c’era il culto dei Lari, ossia statuette votive di divinità minori, protettori della famiglia e veneratissime all’interno delle dimore, essi venivano collocate all’interno di un’edicola detta Larario. Insieme ai Lari c’erano anche i Penati che però nello specifico proteggevano il padrone di casa.

Ma anche nelle civiltà orientali il culto del sacro è fondamentale, onorato all’interno della casa privata ma anche negli edifici pubblici; di fatto c’era sempre un angolo, uno spazio dedicato alla cura interiore.

Per questo motivo credo che nel momento in cui si ripensa alla sistemazione degli spazi della nostra abitazione, in fase di ristrutturazione, sia importante integrare nei vari ambienti una sorta di “camera dell’amore interiore” nella quale rifugiarsi per ritemprarsi.
Ci si è allontanati sempre di più da quel rapporto che ci unisce al divino, tralasciando o dimenticandoci della sua importanza.


Mi sono quindi posta questa domanda, ossia qual’è oggi la necessità di risvegliare il nostro rapporto con il sacro e come è possibile integrarlo nel nostro abitare? In primis bisogna sentirne la necessità e successivamente si opera semplicemente dedicando un luogo della casa dove coltivare la cura del Se.
Ci sono molti modi, ad esempio si può allestire una zona o un angolo della stanza con delle sedute basse o con dei cuscini su un tappeto, affiancati da tavolini che possono fungere da “altarino” dove concentrare un pò tutti quegli oggeti che ci accompagnano durante la meditazione o in altre pratiche, come candele, incensi, pietre e cristalli, statuette votive per chi ne fosse affezionato. L’importante è che la zona che si decide di scegliere sia ben illuminata, lontana da fonti rumorose, quindi magari meglio preferire stanze che si affacciano sul cortile interno, dove poter ascoltare della musica che ci accompagnerà durante la nostra pratica quotidiana. Importante è, a parer mio, inserire anche delle piante che ci aiutano e ci abbracciano con la loro energia.
La casa ha con sé la sua energia, come ogni oggetto che ci circonda e che ci culla dolcemente e amorevolmente se solo ce ne diamo l’occasione.





